"Come ti drogo il networker"

<<Ehi Andrea! Vieni alla riunione che abbiamo pubblicizzato in chat? Dai, che ci divertiamo… Fa bene, sai… dà sana motivazione… ne abbiamo tutti bisogno…>>


Forse ne avrai bisogno tu, ma io non sono mai demotivato!

No.

Io della motivazione non ne ho bisogno.
E non dovresti averne bisogno nemmeno tu.
Dovresti essere sufficientemente motivato di tuo: ce lo devi avere un buon motivo se hai deciso di fare Network Marketing, l’attività più nobile al mondo e al contempo la più difficile.

Perché in Italia si va avanti a riunioni motivazionali?
Perché la tua upline, come un vampiro, ha sete dei tuoi punti volume, e sa pure bene che il ciclo di vita (economico) di una downline non è mai stabile e costante.

Ma è possibile?
Perché questo accade?
A rigor di logica non dovrebbe accadere.

Una persona che sa quello che fa, che ha le idee chiare, che ha pensieri precisi che lo portano a compiere azioni precise… beh, otterrà senza dubbi dei risultati sufficientemente precisi.

Non puoi avere alti e bassi continui in downline.
Troppi sbalzi e troppo ampi significano una sola cosa.

La tua è una downline tumorale.

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Non scherzo: all’interno della tua downline ci sono persone (la stragrande maggioranza, solitamente) che non sono professionisti, cioè persone che non fanno l’attività in un certo modo, ma che la fanno come capita.

Persone che non vogliono impegnarsi.
Persone che l’hanno presa sotto gamba.

Non è colpa loro, del resto il messaggio che è stato loro dato inizialmente era proprio “lavori come vuoi, quando vuoi, etc…”

L’idea che si fa un italiano medio di un lavoro di questo tipo non è mai una buona idea.
L’italiano medio ha un’idea precisa del lavoro, ben radicata nella sua forma mentis, che è quella di avere orari di lavoro e scalette di cose da fare.

Per cui, non avendo installato il software giusto, non procederà come sperato dall’upline.

E l’upline noterà che in alcuni mesi il punteggio volume arriverà a dimezzarsi rispetto al mese precedente.

Non male!

L’errore ancora più grande non è stato non comprendere questa semplice ovvietà, ma quello di perseverare. Invece di liberarsi una volta per tutte di tutta questa gente “che ama condividere” si è preferito tenerseli stretti e doparli di motivazione, come si fa con polli e steroidi.

Come dire: siccome il mio “collaboratore” ha sbalzi continui, lo drogo di motivazione e lo faccio stare UP!

Come un pollo, lo prendo, lo dopo - anzi, lo drogo proprio - lo riempio di anabolizzanti, fino a che non cresce e cresce e cresce…

E se scoppia?

Pazienza. Abbiamo molte riserve, del resto si mira a sponsorizzare tutti… 🙁

Facciamo la “prova del nove”, per vedere se quello che dico è una sciocchezza: prendiamo Massimo, dipendente presso un’azienda di - poniamo caso - trasporti.

Prendiamo Giorgio, dirigente della medesima azienda.
E prendiamo Mario, imprenditore, il capo.

Ti risulta che in Italia Massimo, dipendente, debba essere motivato? No, il suo buon motivo sono i suoi 1500 euro al mese, per sfamare se stesso e la sua famiglia.

Ti risulta che Giorgio, dirigente, debba essere motivato? Lavora bene perché il suo scopo è portarsi a casa i suoi 4-5000 euro al mese.

E ti risulta che Mario, l’imprenditore, vada a corsi di motivazione? Mario è motivato dal fatto che l’azienda coincide con la sua Vision, è la sua ragione di vita, spesse volte. E anche a prescindere da quello che guadagna, che tendenzialmente soddisfa ampiamente le esigenze sue e quelli familiari.

Tutti sono al loro posto, in modo ordinato, secondo le loro necessità, ambizioni, caratteristiche.

Perché nel Network Marketing, invece, questo non accade, e c’è bisogno di motivazione?

Perché devo motivare una persona a fare una cosa?

Se devo motivarla, significa che un buon motivo per fare network non ce l’ha.

E se non ce l’ha, probabilmente dovrebbe fare dell’altro.

O no?

Operare chirurgicamente per esportare il tumore


Se non si opera chirurgicamente il Network Marketing in Italia, con lo scopo preciso di eliminare le cellule tumorali, prima o poi si ammalerà e morirà.

La cattiva reputazione che si porta dietro il Network non è legato alla confusione con i sistemi Ponzi, né al fatto che si guadagna poco.
L’unico problema è che si insiste a non voler capire che è un’attività per pochi, quasi si trattasse di un Club esclusivo.

So che le mie parole potranno far sorridere qualcuno, e far mettere le mani sui capelli a qualcun altro, ma sono pronto a confrontarmi con chiunque sull’argomento, senza timore di essere smentito: i numeri, del resto, non mentono mai.

Occorre quindi fare selezione, molta selezione.

Soltanto questa consentirà di mantenere una pulizia di fondo, e una qualità superiore, all’interno della tua downline.

Ti consentirà inoltre di apprezzare il tempo che risparmierai, e di metterlo nuovamente a frutto, reinvestendolo.

Non ti piace questo modo di ragionare?
Vuoi sponsorizzare tutto quello che respira, e drogarlo di motivazione?

Fai pure, nessuno te lo vieterà, anzi: la tua upline sarà felice come una pasqua.

Ma fai attenzione: quando meno te lo aspetti, tutto ti crollerà miseramente addosso.

E allora queste parole non potranno aiutarti più, a meno che tu non intenda ricostruire la casa dalle fondamenta.

Anche negli USA, patria del Network, è da un pezzo che lavorano in modo professionale, nel nostro settore.

Tuttavia, se guardiamo a quello che c’è in Italia, il potenziale è abnorme, ma i rischi di vedere questa spettacolare attività ridotta a una pletora di condivisori e gente moscia non è esattamente un bel panorama.

Dico questo perché faccio impresa da anni e lo faccio nel modo più logico e intelligente possibile.
E secondo logica, ritengo che anche il Network debba essere trattato alla stessa stregua.
Network Marketing, che nella mia testa si traduce essenzialmente in due concetti base: vendita e creazione di una rete vendita.

Tutto il resto è fuffa.

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